Una bella recensione scritta da un amico molto competente!

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L’apocalisse. Ma nella normalità, nel quotidiano, tutti i giorni. È la storia della nostra fine, come civiltà. Implodiamo, forse bruciamo di un fuoco freddo.
Un rumore costante, elettrico, bianco, un sottofondo di morte. È il presagio di qualcosa che sembra non accadere mai, e che pure accade continuamente, poco per volta. Onde e radiazioni.
Poi DeLillo cinicamente ci fa illudere che il pericolo sia nell’evento tragico (l’evento tossico aereo), nel disastro improvviso… quanto ci piacerebbe che la fine fosse così: deflagrante, concreta, drammatica perché a seguito del dramma. Sfumata la possibilità di un epilogo catastrofico ci rispedisce dritti nella vita di tutti i giorni, agli orologi che la scandiscono, agli scaffali colorati e divisi in settori dei supermercati. Torna il rumore bianco, la paura, il senso di sfaldamento, torna il disperato bisogno di curarsi dalla vita stessa.
È difficile commentare le opere di DeLillo. C’è in esse un realismo estremo…

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