Tutta la Garbatella ai funerali di Padre Guido

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Non c’era posto oggi in Chiesa e nemmeno sul sagrato. Tutto il quartiere romano della Garbatella si è voluto stringere nel salutare il suo prete, un prete da oratorio. Chissà quanti dei volti che si accalcavano per l’estremo saluto avranno ricevuto uno dei suoi proverbiali ceffoni? A giudicare dalle facce, gente dura cresciuta in situazioni dure, tanti. Quanti saranno scivolati via al momento dei Vespri, quando il gioco veniva interrotto per un salmo, una preghiera? C’erano due oratori alla Garbatella: San Filippo e Santa Galla. Il primo era piccolo, schiacciato quasi dalle grandi parrocchie vicine, tanto che veniva chiamato l’oratorio della Chiesoletta. Santa Galla, ex ospizio, raccoglieva migliaia di bambini, poi è stato traformato in un parco per pavoni, il teatro è stato restaurato e affittato e le canne di un prestigioso organo hanno preso il posto di quelle che qualche ragazzo si faceva sui gradini della chiesa. Magari poi ci entrava in Chiesa. Anche i bambini sono spariti a Santa Galla: molti ci andavano solo per giocare, finiti i giochi, finito tutto. Alla Chiesoletta invece è rimasto Padre Guido e il sapore di un posto piccolo, pure vecchio, ma che sapeva sempre accoglierti e che non ti chiedeva mai nulla, tranne fermare i giochi per il tempo di un’Ave Maria. Con Padre Guido, un prete lontano da sofisticherie pedagogiche, sono rimasti sempre anche i bambini. C’erano anche ieri, ad un passo dalla camera ardente, le sue ultime volontà sono state: che i bambini continuino a giocare. E i bambini, anche ieri, lo hanno onorato giocando.  A me che sono un cristiano piuttosto lontano ormai da una Chiesa che è lontana da Cristo oggi è sorta dal cuore una sola preghiera: non per Padre Guido (che sarà sicuramente già comodo nel posto migliore nel quale si può stare dopo la morte), ma perché Dio, se veramente ha a che fare con questa Chiesa, le doni altri sacerdoti come il prete della Garbatella.

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