Democrazia e spogliatoio

image

Quando ho iniziato a leggere il libro l’ho fatto con il timore di trovarmi davanti ad una stucchevole apologia politico-sportiva, condita dai soliti aneddoti colorati carioca. I dubbi sono stati fugati dalle prime pagine, fitte di storia della dittatura brasiliana e dell’ingerenza della politica più infima nello sport. Al dilagante decadimento della società brasiliana si contrappone lo Sport Club Corinthians, una squadra di sfigati, non certo di eroi. Un gruppo di uomini, con i loro vizi e le loro piccolezze, si ritrova un pò per caso a sfidare il sistema del calcio, che in Brasile è come sfidare il mondo. Quando da ragazzi guardavamo le partite del calcio brasiliano su Teleroma56 non immaginavamo quanto poco ci fosse dietro e quanto fossero controversi i nostri eroi, con quel dottore barbuto, il Tacco di Dio, più Che Guevara che Zico o Falcao. Fatto sta che accadde l’impensabile: quel gruppo di sfigati, con i loro usi trasgressivi (birra, bar e discoteca) fonderà la Democrazia Corinthiana, il più straordinario esperimento di condivisione sociale mai tentato nello sport. Sopravviverà soltanto vincendo due campionati paulisti consecutivi e sarà smantellato poco a poco a partire dalle dimissioni dell’allenatore, figura solo apparentemente di contorno ad un gruppo che aveva pur sempre bisogno di una guida. Nel frattempo, anche attraverso il calcio, il regime dei generali perderà forza e i militari torneranno nelle caserme. Ma non c’è lieto fine per i nostri eroi: fuori dal guscio della Democrazia uno ad uno i calciatori cadranno vittime di un sistema che sopravviverà a quel gruppo unico e a quell’esperienza irripetibile. Libro a volte troppo prolisso, ma da leggere d’un fiato. I cultori del calcio rimarranno male per una prosa che non è quella dei grandi narratori sudamericani e che anzi ostenta
imprecisioni intellettualistiche come l’uso di locuzioni del tipo: tirare un fallo o essere squalificati dal campionato. Clamoroso l’errore sul finale: il 4 dicembre 2011, giorno della morte di Socrates, il Corinthians non vince il campionato paulista, ma per la prima volta nella sua storia si laurea campione del Brasile intero. Ma forse alla Fandango avevano paura a palesarsi esperti di calcio!

Lascia un commento