Il set si mise subito male, le avversarie passavano facilmente, Mara non ne imbroccava una e il coach non aveva perso il vizio: l’alzatrice non andava toccata. Le compagne non la risparmiavano, chi voleva l’alzata più veloce, chi un pallone più alto, chi più staccato da rete. La poveretta aveva le lacrime agli occhi, guardava fuori dal campo, verso il suo ragazzo, ma non riusciva a reagire. Aveva smesso di guardare il coach negli occhi: sapeva che il suo allenatore non tollerava essere guardato dalle giocatrici in lacrime. Non lo tollerava più dalla finale. Quella maledetta finale.
Fu allora che il coach ascoltò una voce alle sue spalle, dalla tribunetta riservata agli addetti ai lavori: -coach, parlale del naso di Michelangelo!
Non ebbe bisogno e forse il coraggio di voltarsi. Chiamà un time out, era noto per non chiamarne mai, dal giorno di quella maledetta finale. Prese Mara. da parte e le raccontò la storia: “Michelangelo aveva appena finito il suo Davide, uno dei committenti entrò nel laboratorio e obiettò che il naso era troppo pronunciato. Il maestro, allora, raccolse la polvere di marmo, simulò qualche scalpellata sul naso, fece cadere della polvere, si voltò verso il nobile e chiese se ora il naso potesse andar bene. Quello annuì soddisfatto”. Così avrebbe dovuto fare la giovane alzatrice con le sue compagne. Dare loro la palla che chiedevano, ma sempre la stessa, quella che aveva deciso lei, insieme al coach.
La partita andò come doveva andare, a distanza di tanti anni nessuno, tranne Mara e il coach, ricorda come finì. Tutti però ricordano che finita la partita il coach si voltò e la vide per un attimo. Lei lo salutò con la mano, gli indicò soddisfatta Mara, la sua giovane erede. Il coach colse nei suoi occhi neri la scintilla dei tempi che furono. Era ancora giovane, forse era anche bella, si sorprese a pensare il coach ungherese. Era accompagnata da un uomo, una faccia buona, serena, un bel ragazzo.
Da quel giorno il coach riprese ad allenare, ma soprattutto ricominciò a prendersi cura dei suoi ragazzi.

