Due o tre idee sulla questione migranti

Il problema dell’Italia non sono i migranti ma i ponti che crollano, le mafie, la corruzione materiale e culturale, l’assenza di una classe dirigente, un’ imprenditoria drogata da uno storico assistenzialismo clientelare, la disoccupazione endemica, l’evasione fiscale, la pressione fiscale, il sommerso, l’emergenza culturale e scolastica.

Questo però, non significa chiudere gli occhi e far finta di niente. Il problema migranti esiste ed è comune a tutto il mondo occidentale.

Provo ribrezzo per le strumentalizzazioni salviniane. Ma anche la rappresentazione della visione boldriniana (ovviamente non raffrontabile a quella salviniana) che parla di una accoglienza indiscriminata, seppure dettata da ragioni condivisibilissime, è nefasta. Probabilmente la Boldrini pensa qualcosa di più complesso, ma tant’è: questo è passato nella vulgata delle destre. L’ideologia boldriniana è nefasta per la causa stessa che vuole rappresentare e soprattutto perché non tiene in conto delle legittime preoccupazioni dei cittadini che a torto e qualche volta a ragione vedono minacciate le proprie certezze economiche, sociali, culturali. Affermare va tutto bene madama la marchesa significa stare fuori dal mondo!

Neanche l’Europa, incapace realmente di dare risposte, può essere un alibi. Tuttavia utilizzare la questione migranti per disgregare un processo unitario in epoca di globalizzazione è irresponsabile così quanto sono irresponsabili i burocrati di Bruxelles che attentano quotidianamente alle economie del sud Europa. Ma questa è un’altra storia.

L’errore storico delle sinistre vere o sedicenti tali, a mio modesto parere, è quello di non aver cercato pragmaticamente una terza via, in linea con la storia culturale di integrazione e accoglienza che ha da sempre caratterizzato il nostro paese, ma rispettosa di un desiderio di sicurezza, di identità e di benessere economico dei nostri connazionali.

Dato che tanti parlano e non dicono provo a immaginare alcune proposte minime in tema di immigrazione nel nostro paese.

a) Oggi subiamo flussi migratori non convenzionali (barconi, via dei Balcani…). Tra i migranti vi sono donne, uomini e bambini che si spostano perché rifugiati politici, perché fuggono dalla miseria, perché cercano prospettive migliori, per ricongiungimento familiare. Arrivano tutti insieme e sono tutti vittime della tratta illegale quanto schifosa che inizia in Africa. A contrastare questo fenomeno si dovrebbero prevedere dei canali ufficiali e controllati di ingresso in Italia: quote per chi abbia un lavoro garantito, un visto di studio con capacità di mantenimento…. Se si entra in Italia e in Europa lo si fa attraverso gli aeroporti e le dogane. Tra l’altro un viaggio su uno scafo costa molto di più che un biglietto aereo. Per i rifugiati sarebbe necessario un lavoro diplomatico e normativo che permetta il riconoscimento del loro status attraverso le ambasciate nei luoghi di provenienza e comunque prima di intraprendere il viaggio verso l’altra sponda del Mediterraneo. I rifugiati politici sono assegnati automaticamente su base proporzionale ai paesi UE (cosa che al momento ci penalizzerebbe, visto che ne ospitiamo meno degli altri) indipendentemente dal paese di arrivo, superando il nefasto Trattato di Dublino. I migranti economici possono spostarsi all’interno dei paesi UE soltanto quando dimostrino di avere una concreta offerta di lavoro.

b) Controllo capillare delle rendite e delle condizioni sociali di coloro che entrano per lavorare. Istituzione di un fondo di solidarietà che per cinque anni dall’entrata in Italia destini una parte supplementare a quella prevista dalla fiscalità generale alle spese per accoglienza e rimpatri, alla copertura sanitaria, alle spese di istruzione e inserimento… Liquidazione immediata, in caso di ritorno in patria, dei contributi versati in Europa (futuri ricongiungimenti previdenziali resteranno a carico del lavoratore).

c) Contrasto capillare del capolarato attraverso l’esercito.

d) Certificazione su base comunitaria della filiera agricola ed edilizia per la forza lavoro impiegata. Se vendo una cassa di pomodori alla Cirio dovrò dichiarare chi li ha raccolti e dimostrare di aver pagato i contributi. Naturalmente i prodotti extracomunitari che non offrano analoghe garanzie non entrano nella UE. Una casa di nuova costruzione potrà essere venduta solo dopo aver dimostrato che chi l’ha costruita si è visto pagare i contributi, un salario equo, et cetera… Una specie di DURC esteso alle transazioni private per alcuni beni.

e) Aiutarli a casa loro: chiudere immediatamente relazioni commerciali tra la UE e quei paesi che non osservino standard di decenza del rispetto dei diritti umani (difficile eh?).

f) Emersione degli invisibili (tutti coloro che in possesso di un foglio di via siano rimasti in Italia) attraverso azioni mirate delle forze di polizia ed istituzione di un ufficio immigrazione dotato di mezzi idonei al il rimpatrio.

g) Obbligo di apprendimento della lingua italiana (ma questo vale anche per molti connazionali). Se non hai adeguato certificato (conoscenza di base) non entri.

Naturalmente tutto questo è soltanto un esempio di discussione e presuppone la risoluzione dei problemi di cui si accennava all’inizio. Credo che se riuscissimo a fare cose del genere il migrante sarebbe visto con occhi diversi e forse torneremo ad occuparci dei problemi di questo paese.

Quello di cui sono fermamente convinto è che per risolvere la questione dei migranti dovremmo provare ad essere migliori noi.

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