Step by step

Qualsiasi runner ha provato almeno una volta un senso di frustrazione e vergogna: è stato quando durante una gara o anche un allenamento il suo corpo e la sua testa hanno intimato lo stop.

Adesso basta correre, bisogna camminare. Almeno per un po’.

Per anni in quei momenti mi sono imposto di continuare a correre, per anni ho insegnato ai miei amici come non mollare. Ho sempre considerato un punto di orgoglio non fermarmi.

Niente paura, credo ancora che sia così… almeno che il camminare non faccia parte di un piano.

Jeff Galloway, podista e grande coach (da non confondere con Tim Gallway, spesso citato in questo blog), ha provato a girare la frittata.

E se invece programmassimo tratti di camminata da inserire nei nostri allenamenti e addirittura a scandire le nostre competizioni?

Attento, non si tratta di programmi intermedi per chi non ce la fa. Certo, c’è anche quello. Un gradino alla volta è sempre un buon metodo.

Qui stiamo parlando di atleti che, alternando corsa e brevi tratti di camminata, corrono il loro personale.

Nel mio caso ho appena corso un lungo di trenta chilometri, inserendo due minuti di camminata ogni cinque km corsi. Questo mi ha permesso di correre sei frazioni, gestirle come fossero blocchi unici, avere un traguardo psicologico alla portata e non un muro di trenta km da affrontare in un sol colpo. Il mio ginocchio afflitto da una severa condropatia ringrazia e per il resto della giornata ho potuto svolgere le mie attività senza sentirmi invalido, cosa che invece, a 54 anni, mi capita regolarmente dopo un lungo tradizionale.

Lo so cosa sta pensando un vero runner: ma i tempi?

Lo dico chiaramente: se vuoi vincere la maratona di New York non mi pare la strategia migliore (ma ha i suoi vantaggi in allenamento). Se però sei un buon runner, ma la tua prestazione è limitata dai limiti dati dalle possibilità oggettive di svolgere allenamenti completi (non tutti abbiamo tante ore al giorno per sei giorni a settimana da dedicare alla corsa), il metodo che Galloway illustra nei suoi libri mi pare che possa fare al tuo caso anche per ottenere il tuo best time.

Come è possibile?

Gli intervalli al passo secondo lo stesso Galloway presentano molti vantaggi:

  • Permettono di controllare le sensazioni del nostro corpo
  • Permettono ai corridori più robusti e anziani di coprire distanze più lunghe
  • Eliminano e/o allontanano la fatica
  • Favoriscono l’accumolo di endorfine
  • Suddivino la distanza in segmenti più facili da gestire
  • Accelerano i tempi di recupero
  • Riducono rischio di malesseri e infortuni
  • Non ci lasciano inabili al nostro lavoro dopo una lunga corsa
  • Aumentano la capacità di resistenza con minor fatica

A questo punto voglio sottolineare un ultimo aspetto, che ritengo decisivo.

Correre con il metodo run/walk/run significa sposare un atteggiamento diverso da quello che hai avuto fino a questo momento. Dovrai allenarti ad essere meno oppositivo rispetto alla fatica e più resiliente.

È questa la sfida che mi sono posto nel correre e preparare le prossime gare.

Enjoy yourself. Goditi la tua corsa.

 

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