La comunicazione ci ha cambiato la vita. I cambiamenti si notano persino sul nostro corpo. La colonna vertebrale ha assunto un nuovo atteggiamento, con la testa che guarda in basso più di quanto non guardi avanti, le nostre dita hanno acquistato velocità e mobilità, in compenso abbiamo problemi di focalizzazione della vista, di artrosi, di insonnia. Attacchi di panico, ansia e dipendenze sono cresciute in maniera esponenziale, ma stiamo sviluppando una intelligenza più smart e veloce.
Le nostre mani generalmente non presentano più tagli e calli, ma si sono arricchite di escrescenze elettroniche: i device.
È dai tempi dell’homo erectus e dell’homo sapiens che non succedeva qualcosa di simile, soltanto che ora la trasformazione psico fisica della specie umana avviene in modo incredibilmente più veloce.
Non solo l’uomo, anche la società è in una fase di grande trasformazione. Abbiamo una comunicazione quotidiana con poche persone che vivono nella nostra vita e una comunicazione istantanea con una rete di centinaia di milioni di persone. Dappertutto fioriscono movimenti politici che chiedono chiusure delle frontiere per proteggere il benessere dei cittadini. Ma intanto cadono le frontiere delle comunicazioni. Oggi scrivo un tweet che può essere letto in un attimo dall’altra parte del mondo. Tuttavia gli esseri umani che si trovano a pochi metri di distanza sono divisi da confini blindati. Circolano idee, merci, informazioni, ma le persone trovano dogane, mari, frontiere. La stessa app funziona a Pechino, Tokio, Roma, Addis Abeba, ma un’ora di lavoro è pagata in modo diverso a distanza di pochi chilometri.
Siamo tutti continuamente collegati ad uno o più device. Le nostre tavolette cuneiformi oggi si chiamano Iphone 11pro, Galaxy S20, Fire… e le abbiamo sempre con noi.
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