I Care! L’oratorio….

In conclusione di questo nostro viaggio un po’ filosofico, un po’ sportivo, ma sempre tra il serio e il faceto, vorrei riassumere brevemente quelli che sono per me gli imperativi sintetizzati dalla mia esperienza oratoriana e di coach sportivo

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DICIANNOVE

 I care!

 Allenavo da molto tempo una ragazza con la quale mi sentivo di condividere a pieno la passione per il nostro sport e gli obiettivi che ci avevano accompagnato negli anni. Ho scritto il racconto sul coach ungherese (https://vernini.wordpress.com/2015/02/19/platone-e-la-boratorio_palloniattuta-float-iv-un-coach-per-amico/) nel momento in cui la mia atleta preferita viveva un brutto quarto d’ora… che durò qualche mese.

La storia è esagerata e necessiterebbe di essere riscritta con un po’ più di autoironia, però quando voglio pensare in maniera critica al rapporto tra coach e atleta la rileggo volentieri.

Penso che una persona che voglia prendersi cura del prossimo dovrebbe osservare delle accortezze che il coach ungherese ha ignorato.

Se per salvare qualcuno ti butti senza protezione nel fuoco, finisci con il rimetterci le penne insieme al malcapitato. Il coach del racconto per esempio soffre di una sindrome che si chiama burnout.. Chi cade…

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Conoscersi è scegliere

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Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più (MATRIX)

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Il lavoro del coach invece è solo quello di offrire la scelta….

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