Un paese piccolo, ma non troppo, era governato da una decina di persone. Non lo governavano tutti insieme: facevano a turno. Litigavano tra loro, ma per finta. Gli interessi erano sempre quelli. Quando il popolo si stancava di uno, l’altro diceva: “basta, e’ ora,di cambiare!” …e si sostituiva al compare! Questo paesello aveva una frazione lontana, abbandonata a se stessa. I governanti del paese la trascuravano volutamente. Le famiglie che contavano in questa frazione erano tre o quattro: ogni volta che c’erano le elezioni si riunivano e dicevano al popolo: ora basta, non ne possiamo piu’! Tizio, e’ uno dei nostri, ci rappresentera’ tra i governanti del paese. Quando Tizio li deludeva e il popolo si stancava, le famiglie dicevano: basta, Tizio non va bene, facciamoci rappresentare da Caio! La frazione era sempre piu’ trascurata, mentre le contee vicine crescevano in benessere e bellezza. Le cose andarono avanti per anni e anni, finche’ una sera due giovani ragazze convocarono una riunione. Non parteciparono in molti. Pero’ qualcuno ebbe il coraggio di parlare. Finalmente qualcuno disse ad alta voce quello che tutti mormoravano. Le voci si moltiplicarono, prima con qualche timore…ma poi piano piano tutti presero a fare l’unica cosa che avrebbero dovuto fare da tempo. Il loro mormorio diventò più forte delle urla dei capi, nessuno ascolto’ gli ordini: “vota,Tizio”, “vota, Caio”. La prima volta elessero un ragazzo, ma non si accontentarono: convocarono assemblee, parteciparono direttamente alla vita pubblica, non si accontetarono delle rassicurazioni dei capi. I governanti si preoccuparono, provarono con ogni mezzo a favorire gli amici e danneggiare i memici. Fu peggio. Il ragazzo era forte perche’ la frazione era al suo fianco e nessuno delegava, neanche a lui. Non volevano creare un altro capo. Avevano bisogno di una voce, la loro voce. Fu così che prima comparve un marciapiede, poi qualche lampione, poi le strade, ebbero ciò di cui avevano bisogno. Ma prima di tutto nacque il rispetto!
