La rivoluzione diventa sempre e troppo presto normalità.
Siamo nel 1870 e Fattori prende ad ispirazione le scene della vita campestre, momenti di vita militare, volti di contadini, attimi del lavoro più faticoso.
Questo dipinto è di un realismo fuori dal comune e trasmette un calore coinvolgente. Eppure non è realizzato con i tratti didascalici dei pittori dell’800 e nemmeno si concede le libertà degli impressionisti, che pure seguono di un decennio buono le suggestioni della “macchia” e gli esperimenti del Caffè Michelangelo di Firenze.
Qui sono le chiazze di colore, i contrasti di luci e ombre, che formano il tutto, lasciando intuire il particolare, senza entrare in una descrizione minuziosa.
Il quadro è un motivo platonico del ricordo: il tratto del pennello rimanda all’idea che abbiamo in noi della scena e ce la rende vivida ai nostri sensi.
O almeno, non so se è proprio così, ma funziona molto bene.
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