Ho letto il libro di Varoufakis insieme a Titoli di coda di Markaris. Il secondo racconta la crisi greca, il primo ne smaschera l’ideologia che tenta di spiegarla inventando storie fantastiche. Ero partito pensando di leggere un autore neo marxista, quantomeno neo marxiano. In effetti il titolo del libro e il ruolo che nell’analisi viene attribuito alla “sovrastruttura” (che Varoufakis non chiama mai con il nome che le ha dato Marx) riprendono lo schema del materialismo storico. Ma qui Varoufakis si ferma. Il suo umanesimo e il suo ecologismo fanno la differenza. Da buon greco l’economista riconosce la radice comune, οἴκος (oikos), “casa“, di eco-nomia ed eco-logia. Soltanto che l’economia ha smesso di essere ecologica nel momento in cui ha preteso di giustificare la supremazia del mercato sull’uomo.
E’ incredibile la facilità con cui tendiamo a considerare logica, naturale e giusta la distribuzione della ricchezza che abbiamo sotto gli occhi, specie se ci favorisce, scrive Varoufakis. Il greco ci fornisce anche il motivo di questa nostra allucinazione: la stessa teoria economica è un prodotto della distribuzione e del mercato. L’economia tutta è una filosofia a servizio di produzione, distribuzione e finanza. L’economia non è una scienza, almeno non nell’accezione che siamo soliti attribuirle. L’aspetto del libro è quello di una economia for dummies. Varoufakis si rivolge alla giovane Xenia, sua figlia nel libro, nel tentativo di spiegarle la propria versione delle teorie economiche, in realtà lo smascheramento della pseudo scienza economica è molto profondo e si conclude con l’amara constatazione che come economisti possiamo soltanto illuderci di essere degli scienziati, ma non lo siamo.
Il contributo più originale di Varoufakis riguarda la concezione di credito e il debito, posti in dialettica tra presente e futuro. La dialettica è tra ciò che oggi prendiamo in prestito e ciò di cui il presente dispone. C’è infatti una terribile menzogna che spiega i nostri debiti: le banche presterebbero i soldi depositati dai correntisti nei loro caveau.
Non è vero.
Le banche, nella realtà, prestano qualcosa che proviene dal futuro…
La crisi si ha quando il presente non può restituire quello che ha sottratto al futuro.
La ricetta di Varoufakis è all’opposto del liberismo: ci vuole più Stato a tutela del futuro e dei più deboli. Le banche oggi non possono prestare più di quanto il domani possa restituire ci vuole qualcuno che le controlli.
Varoufakis non ci presenta una ricetta per il benessere, non propone alcun sistema miracoloso. Il controllo dello Stato difende i deboli ed evita guai maggiori. Stop.
L’autore, con un affascinante riferimento al film Matrix, può solo offrire la scelta tra pillola blu e pillola rossa. Con la prima si finirà con il credere alle teorie economiche che ci vengono propinate quotidianamente dagli economisti, dalla Commissione europea, dai pubblicitari di successo, con la seconda non ci si faccia illusioni, Varoufakis si impegna solo a ripetere la promessa di Morpheus a Neo: l’unica cosa che ti offro è la verità.


Un pensiero riguardo “Yanis Varoufakis, E’ l’economia che cambia il mondo”