Obiettivi SMARTS. Scopri come modellare i tuoi obiettivi.

Ho avuto tanti problemi con i sognatori. Chi sogna non scende a compromessi, è difficile da gestire, spesso è stravagante e agisce senza pensare alle implicazioni pratiche. Per un coach avere a che fare con un sognatore è una faticaccia. D’altra parte, però,  chi non sogna vive la quotidianità da ragioniere e non è capace di porsi traguardi ambiziosi. Con chi non è capace di sognare è peggio: puoi solo sperare che inizi a pensare al futuro come un oceano di possibilità e che quindi, per qualche motivo, ne scelga una e la trasformi in un obiettivo.

Il fatto è che se non riesci a sognare non giocherai mai con la tua vita. Non avrai scommesse da vincere, non avrai obiettivi.  Per questo, sei sei un sognatore, ti trovi ad un buon punto del tuo percorso. Forse dovrai rinunciare ad un po’ di illusioni, ma quello che resta sarà un ottimo punto di riferimento per le tue ambizioni. 

In questo post ti spiego proprio come trasformare il tuo sogno in obiettivo. Dammi un attimo e vedrai che questo processo, che chiamiamo goal setting, è semplice e divertente. Let’s  go.

Ti propongo un metodo da seguire.  Invece di svegliarti sudato la notte pensando ai tuoi sogni, passerai ore a pianificare la strategia perchè il tuo sogno diventi realtà. Il metodo che stiamo affrontando in questo post è sintetizzato dall’acronimo SMARTS, comunemente diffuso nel mondo del coaching.

Cosa intendiamo per SMARTS? E’ semplice:

S pecifico
M isurabile
A ttuale (ma anche action oriented, ci si può lavorare …subito)
R ealistico
T emporalmente scandito
S elf determineted (autodeterminato)

Poniamo che uno dei tuoi sogni sia quello di diventare un campione di pallavolo.  Tutti noi abbiamo fatto questo sogno. Sottoponiamolo ad un primo esame andando a vedere la lettera S. Questo sogno è abbastanza specifico? Non direi. Cosa significa essere un campione? Devi specificare meglio.

Giocare in serie A potrebbe andar bene.

Il tuo sogno comincia ad essere un obiettivo quando al campione si aggiunge una descrizione: un tipo che gioca in serie A.  Ora il tuo target è sicuramente molto specifico ed è anche misurabile: o arrivi in serie A, oppure no. Nella tua città c’è una squadra di serie A. Confrontati con questa realtà.  Ad ogni convocazione il sogno si trasforma in realtà solo per dodici atleti. Cosa puoi fare per essere fra questi? Puoi lavorarci subito? Se ancora non hai mai fatto un allenamento di pallavolo, puoi iscriverti ad una scuola di pallavolo? Sei avanti nella tua carriera puoi fare un provino per le giovanili della società che milita in serie A?  Se già puoi ipotizzare una serie di cose da fare subito,  il tuo target è già alla terza lettera di SMARTS. Se non puoi aggiungere la A il tuo sogno sarà uno dei tanti sogni nel cassetto e ti auguro di cuore di poter aprire questo cassetto quanto prima.

Dobbiamo ora verificare se il tuo obiettivo sia Realistico. Se hai diciotto anni e stai in panchina nella tua terza divisione, difficilmente il sogno potrà realizzarsi e rimarrà solo un sogno.  A questo punto devo darti una brutta notizia. Dovrai ridimensionare il tuo sogno o continuare a sognare senza la minima speranza che questo sogno diventi un obiettivo raggiungibile. La buona notizia è che puoi proseguire il gioco una volta aver inquadrato un nuovo obiettivo realistico: diventare titolare della tua squadra di terza divisione, oppure arrivare con la mia squadra in prima divisione. Al contrario se sei molto giovane e già ti trovi in un punto significativo del percorso verso il raggiungimento del tuo sogno (per esempio sei convocato nella rappresentativo u18 della tua Regione), allora potremmo considerare realistica la tua aspettativa. Questa collocazione del sogno all’interno della storia e della situazione personale si chiama contestualizzazione. Ricordiamo anche che l’obiettivo giocare in serie A rientra nel gruppo degli obiettivi di risultato e quindi non è completamente nella tua disponibilità: tanti fattori ne possono decretare la realizzazione o il fallimento. Sta a noi ricalibrare l’obiettivo per poterlo controllare a pieno. Per esempio potrai considerare l’ipotesi di trasformare il tuo sogno in un obiettivo diverso: raggiungere un livello di prestazione tale da poter essere considerato un candidato al roster della Serie A della tua città.
Resta la T di temporalmente scandito ed è evidente che in questo caso dovremmo indicare entro quanto quello che è diventato un obiettivo possa realizzarsi: diciamo che possiamo considerare l’ipotesi che l’obiettivo debba essere raggiunto entro i tuoi venti anni.

Ricapitolando: prendi il tuo sogno, contestualizzalo e rendilo specifico. Verifica se sia realistico. Se lo è stiamo a buon punto, altrimenti lo ridefiniamo.

In questo caso il tuo sogno diventare un campione della pallavolo è stato rimodellato in : essere candidato ad entrare nel roster della squadra della serie A della mia città entro i miei venti anni. 

Non ci resta che lavorare alla Road map per realizzare questo obiettivo. Ma vedremo tutto a suo tempo. Anche dell’autodeterminazione ci occuperemo in un post specifico.

Per comprendere meglio il procedimento permettimi di raccontarti la vera storia di una mia atleta. Monia era una ragazza che mi accingevo ad allenare e che a causa di un problema al ginocchio non poteva più giocare come attaccante d’ala. Non voleva smettere. Quando la conobbi aveva un’ombra nei suoi occhi neri e intelligenti. Vedeva svanire il sogno di giocare ancora con le sue amiche nella squadra del suo paese. Aveva appena diciotto anni. Monia seguì da sola e alla perfezione la definizione SMARTS del suo sogno.  Decise che l’anno successivo sarebbe stata l’alzatrice titolare della sua squadra. . Il suo obiettivo era Specifico: cambiare ruolo. Era Misurabile: sarò l’alzatrice titolare della mia squadra o no. Era perfettamente orientato all’Azione: cambiare modo di allenarsi e di giocare, tanto che mi chiese subito un piano di allenamento. Era Realistico: la ragazza aveva  buone mani perchè fortunatamente nelle giovanili le avevano insegnato a fare tutto. Aveva anche le caratteristiche psicologiche giuste per una palleggiatrice. Giocavamo in prima divisione e il modello di prestazione per quel campionato non obbliga l’alzatrice a saltare. Inoltre avevamo un’ottima difesa e potevamo mascherare in qualche modo la sua carenza a muro. Era scandito nel Tempo: entro il campionato successivo. Era anche altamente Self determinated: non le si offriva nessun premio per realizzare il suo scopo. Il suo obiettivo nasceva dal suo forte desiderio di continuare a giocare, nonostante i suoi problemi fisici.
Quello di Monia era un perfetto obiettivo SMARTS  e anche se allora non mi occupavo sistematicamente di coaching lo riconobbi subito come un obiettivo ben costruito. La conobbi a giugno quando subentrai all’allenatore precedente e le organizzai un’amichevole facendola giocare alzatrice.  Una volta che ci rendemmo conto della situazione di partenza, ci mettemmo seduti, stilammo un programma di recupero fisico e di allenamento specifico che la ragazza avrebbe dovuto seguire d’estate e le dedicai un po’ più di attenzioni alla ripresa degli allenamenti, seguendola con particolare cura nel resto della stagione. Monia fu senza dubbio la migliore della sua squadra nel campionato successivo e quell’anno  pur avendo un’alzatrice nuova del mestiere
raggiungemmo la finale dei play off.

Vuoi mettere a fuoco con noi i tuoi obiettivi?

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