
Prima che il virus ci chiudesse in casa era diventato virale un post motivazionale sulla pallavolo. L’incipit è tutto un programma:
La verità è che la pallavolo non è per tutti. Anzi, la pallavolo è per pochi. E’ solo per i più forti.
E’ per coloro che non mollano mai.
E’ per quelli che nonostante tutto lo schifo vanno avanti e non gli sfiora nemmeno il pensiero di abbandonare tutto…
Per capire la portata devastante di questo post basta leggere i commenti. In gran parte vengono da genitori. E’ un fiorire di anatemi al vetriolo contro allenatori, compagni di squadra, società. Una chiamata alle armi per figli, più spesso figlie, che dovrebbero combattere su un campo di pallavolo contro una sterminata schiera di avversari.
La loro piccola sì che è forte. Nonostante queste schifezze non molla mai! Glielo farà vedere all’allenatore che l’ha messa in panchina, alla zia che la chiama cicciottella, alla professoressa che l’ha riempita di compiti. Al mondo in genere.
È veramente giusto costringere Biancaneve a fare sport nonostante tutto lo schifo?
Io, se fosse tutto uno schifo, direi a mia figlia di uscire sbattendo la porta. Già fa schifo abbastanza il mondo, non c’è bisogno di infilarsi dentro altre situazioni schifose durante il tempo libero.
In palestra possono esserci difficoltà, certo. Tuttavia per tanti ragazzi quelle due ore dietro ad un pallone sono le migliori della giornata, perché i più vanno in palestra semplicemente per stare bene, non per combattere una guerra personale. Peggio per combattere una guerra imposta da altri.
Lascerei gli sforzi eroici ad imprese più meritevoli.
Chi gioca a pallavolo, come chi pratica qualsiasi altro sport, non è un eroe.
Eroe è un malato che non può giocare, una madre che si barcamena tra lavoro e famiglia, un disoccupato che crede in un mondo migliore…
