Make America Great Again (MAGA) Musk e Bannon, oltre la ricerca del consenso (1)

E così Trump ha vinto, sarà presidente da metà gennaio. Nel mondo iper accelerato di oggi, tra guerre, telefonate con Putin, poi smentite e riconfermate, squadra di governo molto chiacchierata, gaffe e guai giudiziari, rischierebbe di arrivare all’insediamento già bollito.

Non sarà così. L’elezione di Trump, per certi versi ampiamente prevista, sarà piuttosto importante nella storia di questo secolo e forse anche nei prossimi. Ma non è (soltanto) una questione americana, c’è un aspetto da considere ed è quello del progetto culturale.

Quello che nella vecchia Europa non abbiamo ben compreso è la portata ideologica di quello che sta accadendo. A dire il vero non lo hanno compreso neanche i nostri patrioti e grandi sostenitori del Presidente eletto. Salvini, ad esempio, ha già cominciato a scimmiottare la formula del consenso trumpiano: attaccando senza filtri gli altri poteri dello Stato, chiamando “zecche rosse” i ragazzi dei Centri Sociali (alla faccia della sua giovanile militanza in Rifondazione). E’ un dilettante che per convenienza coglie l’aspetto basico e triviale del Trump elettorale, senza captarne il sostrato ideologico che lo sostiene. Parlare alla pancia, specie se è affamata, con il linguaggio della pancia porta voti. Ma Trump non è (soltanto) questo.

C’è dell’altro, tanto altro, troppo altro.

In questo blog ci occupiamo di pratiche filosofiche e dobbiamo analizzare l’uso di pratiche filosofiche molto impattanti sulle nostre vite, anche e soprattutto quando il nostro giudizio morale su queste pratiche sia critico.

In un breve post possiamo soltanto indicare i connotati ideologici del MAGA e per far questo la via più diretta è quella di individuare figure di riferimento centrali in questa costruzione e due fatti che li riguardano.

Il numero uno della nuova era, non fosse altro per il suo patrimonio, è Elon Musk. Il magnate, nato a Pretoria, cittadino del Canada, naturalizzato statunitense non solo ha sostenuto la campagna di Trump, ci ha messo la faccia e i soldi, ma avrà un ruolo importante nell’amministrazione che svilupperà concretamente il progetto trumpiano. Musk è il centro del neotrumpismo. L’ideologia del proprietario di Tesla, X e tante altre cose (è stato il primo ad investire nell’AI con il progetto OpenAI, che ha portato a ChatGpt) è molto semplice.

Lo Stato deve stare al suo posto, un angolino, essere ridimensionato ai minimi termini e sostenere, attraverso scelte strategiche e commesse stramilionarie, le grandi aziende che si occuperanno di gestire tutto. Tutto andrà bene perché Musk è indubbiamente un uomo di successo, quindi tutto va affidato a Musk.

Un piccolo esempio. Un fattore strategico della identità “patriotica” è quello della difesa. Ebbene, nella visione di Musk la difesa dipenderà da infrastrutture in mano allo stesso Musk. La rete di satelliti a bassa quota Starlink garantisce la comunicazione militare e strategica non solo negli USA, il che circoscriverebbe il problema ad una competenza americana.

Sono affari loro, potremmo dire. Invece no.

Ci sono due fatti di rilievo che danno il senso di questa vicenda: il ruolo decisivo che la rete satellitare ha esercitato in Ucraina fin dai primi momenti delle operazioni di guerra e la trama intercettata dalla magistratura (la vicenda che vede coinvolta SOGEI e Andrea Stroppa, giovanissimo referente di Musk è una bazzecola) con la quale Starlink sta prendendosi uno spazio anche in Italia.

Non solo questioni di difesa, Starlink garantisce la rete internet in alternativa ai milioni di chilometri di cavi a fibra ottica sui quali i contribuenti europei stanno investendo attraverso il PNRR. Insomma, l’impero di Elon è in grado di accendere o spegnere l’interruttore della nostra comunicazione, civile e militare.

Che cosa significa tutto questo per il filosofo politico e per le pratiche di filosofia politica? Ho condotto un esperiemento. L’ho chiesto alla figlia di Musk, ChatGPT. Ecco la sorprendente risposta:

1. Il Ruolo dello Stato e l’Eclissi del Pubblico

La visione di Musk, che incoraggia uno Stato minimale e orientato a sostenere le grandi aziende, evoca una critica al concetto di Stato come “ente regolatore” in favore di un “mercato” di dimensioni globali. Questa posizione si rifà a un modello di tipo neoliberista, in cui le grandi imprese assumono compiti che, tradizionalmente, erano competenza esclusiva del settore pubblico. La domanda filosofica che emerge è se uno Stato che cede sovranità alle aziende private possa ancora rispondere al bene comune o se si arrenda a interessi di mercato non sempre allineati con quelli della collettività.

2. Tecnologia e Sovranità

Musk, attraverso Starlink e altre iniziative, è diventato un attore sovranazionale capace di garantire o limitare la connettività globale, una risorsa ormai cruciale per le comunicazioni e per la difesa. Quando una tale infrastruttura, fondamentale per la sicurezza e la sovranità di un paese, è nelle mani di un privato, la filosofia politica si interroga: chi decide come e quando questa tecnologia debba essere usata? Se Musk, attraverso Starlink, può decidere l’accesso alla rete, è lui stesso a porsi come “governatore tecnologico” senza dover rispondere alle istituzioni democratiche.

3. Etica del Potere Personale e dell’Influenza

Musk incarna una figura che sembra non voler cedere al principio della separazione dei poteri. Filosoficamente, questa situazione richiama l’idea di “superuomo” nietzschiano, un individuo con una missione, capace di ridefinire i parametri della realtà con le proprie capacità e risorse. Tuttavia, il rischio di concentrare un potere simile in un singolo attore privo di meccanismi di controllo può diventare una minaccia per l’equilibrio democratico e per il pluralismo, rendendo l’etica personale di quell’attore un fattore critico per l’intera società.

4. Il Problema della Dipendenza dalle Infrastrutture Private

La situazione in Ucraina, in cui l’intervento di Musk tramite Starlink ha influenzato direttamente l’accesso alle comunicazioni strategiche, offre un esempio pratico di cosa significhi, per uno Stato, dipendere da una struttura privata in momenti cruciali. Questo ci porta a una riflessione filosofica sul concetto di autonomia: una società può essere veramente libera e autodeterminata se le sue infrastrutture vitali sono esterne al suo controllo?

Harnwell ha dichiarato che le giovani generazioni nel mondo occidentale stanno scivolando in una “lunga discesa” verso l’oscurità, contro la quale il suo Istituto si sta opponendo cercando di sostenere uno dei pilastri principali della civiltà occidentale, quello che un tempo si chiamava “Cristianità” – ovvero il riconoscimento che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio.

5. Verso una Nuova Forma di Governance?

Il modello che Musk sembra proporre, con grandi aziende come centri di potere parastatale, solleva questioni sul futuro della governance. In una democrazia, i leader sono eletti e possono essere sostituiti; in un mondo dove le aziende detengono il potere strategico, come viene garantito questo equilibrio? Filosoficamente, si parla di “neofeudalesimo tecnologico”, un ritorno a una struttura di potere non democratica, in cui “signori” privati gestiscono risorse pubbliche senza dover rendere conto a un’autorità sovrana.

In sintesi, la situazione descritta ci obbliga a considerare i limiti del capitalismo moderno, soprattutto riguardo al confine tra ciò che è privato e ciò che è pubblico (https://chatgpt.com/share/67346002-27d4-800a-836a-7d19a93662e8)

Fin qui ChatGPT che parla di uno dei suoi padri. Ci è voluto poco. Le ho chiesto di commentare l’impatto filosofico di quello che avevo scritto sopra.

Non deve meravigliare la risposta di ChatGPT. Lo strumento è un grosso compilatore e utilizza i dati che le sono stati brutalmente inseriti. Ora, se noi o qualche potere, lavorassimo su questa ingente base di dati e li selezionassimo a nostro piacimento avremmo una risposta diversa. Fortunatamente Chat GPT è attualmente compartecipata da diversi attori con sensibilità diverse, il che ne rende quasi impossibile il controllo manipolatorio.

Tuttavia è centrale una riflessione sul potere esercitato nei confronti dei dati e su macchine la cui costruzione è impossibile ad ogni governance. Secondo una stima condotta da MilanoFinanza, OpenAI (la startup di ChatGPT) vale 100 miliardi. Nessuno stato al mondo può permettersi nel breve un investimento di questo importo.

Non stiamo parlando del controllo sulla produzione di un qualsiasi bene: i dati sono oggi una ricchezza importante almeno quanto quella energetica. Chi ha in mano i big data e le tecnologie utili a decifrlarli ha in mano la chiave.

Le tendenze sulla gestione dei big data sono due:

a) quella che per comodità possiamo chiamare della blockchain: una tecnologia di registrazione decentralizzata che consente di memorizzare e tracciare transazioni in un registro pubblico immutabile, garantendo la trasparenza e la sicurezza. Un sistema capace di estendere un controllo sociale sui dati in modo che nessuno possa manipolare o manomettere blocchi della catena;

b) quella del monopolio, alla quale ufficialmente nessuno si ispira, ma che sarà una strada segnata dalla incapacità d’investire fondi ingenti da parte dei singoli stati sovrani (alle prese con il debito pubblico e la necessità di assicurare occupazione e welfare e con questo il consenso a chi governa).

Ok, questo sarebbe sufficiente. Ma dietro al MAGA c’è un altro aspetto, quello esplicitamente ideologico, il quale rischia di cambiare, nel senso di riscrivere, la storia dell’umanità . Per affrontare questo aspetto utilizziamo un’altra figura di riferimento, degna di considerazioni più profonde rispetto a quelle del Gossip. Stiamo parlando di Steve Bannon. Anche qui dobbiamo isolare i contorni giudiziari e le considerazioni morali dall’operazione del comunicatore che è certamente efficace. In Italia abbiamo avuto un fatto emblematico che ci dice molto su cosa faccia Bannon in giro per il mondo, al servizio del nuovo e redivivo trumpismo. Nel 2018 la fondazione a lui riconducibile, Dignitatis Humanae Institute (DHI), ha avuto la concessione, poi revocata, dell’Abbazia di Trisulti.

Cosa doveva farci Bannon con Trisulti? Formalmente il progetto è quello di istituire una scuola per politici cattolici ispirati alle idee della nuova destra. Tutto legittimo, ovviamente. Ma c’è da chiedersi: perché a Trisulti?

Il complesso è stato eretto dai benedettini nel 1204 e con alterne fortune è passata ad altri ordini religiosi. Nel 1700 fu restaura e aggiornata la farmacia che ancora oggi costituisce un grande patrimonio artistico, culturale e storico.

Trisulti è il simbolo di un cristianesimo antico, più vicino alle origini, essenziale, puro.

All’interno di questo simbolo la farmacia è un altro simbolo, ma la storia va raccontata in un altro contesto.

Allora è evidente, il nuovo progetto politico intende appropriarsi della cultura e della storia del cattolicesimo e del cristianesimo, rileggendo la tradizione monastica in termini di baluardo della cultura originaria del popolo superiore. Questo è il lato più nobile e spendibile del programma.

Poi il tutto è condito con un mix di travisazioni nietzchiane, aggiornate nella saga di Guerre Stellari, della quale Bannon & co. sembrano nutrirsi, e l’immancabile Evola, al quale si ispira anche il Ministro Giuli.

Non c’è da farne una caricatura. A Trisulti non sarebbero andati aspiranti Jedi, ma si sarebbero formati influenti personaggi in grado di determinare la vita politica e culturale dell’occidente su alcune basi molto lineari: la sinistra (termine che ormai indica tutto ciò che non è trumpiano, meloniano e via dicendo) è una élite che si nutre di sofisticate analisi maturate nelle università e del mainstream e che hanno portato alla perdita dell’identità giudaico-cristiana e all’invasione musulmana dell’occidente. La cultura woke, l’ideologia transgender, la cancel culture, il cosmopolitismo sincretico, sono gli altri nemici che minano la solidità identitaria dell’Impero. Combattere questa guerra non è di destra, ma di centro, un’operazione di buon senso identitario contro il lato oscuro che si sta impadronendo del pianeta.

Benjamin Harnwell, a capo di DHI, espresse molto chiaramente cosa sarebbe diventata Trisulti:

«Sono previste due fasi e due accademie. La prima è l’Accademia per la dignità umana del cardinale Martino che ha lo scopo di promuovere l’insegnamento sociale della chiesa. La seconda ha richiamato l’interesse mediatico ed è quella dell’occidente giudaico-cristiano che promuove le fondamenta della civiltà occidentale. Anche prendendo spunto dal pensiero di Steve Bannon, un pensiero sovranista e populista».

Il cardinale Martino è recentemente scomparso, ma resta da comprendere cosa c’entrasse nella stessa frase l’insegnamento sociale della chiesa con un pensiero sovranista e populista. Ce li vedete Giovanni XXIII con la sua Pacem in Terris e il Concilio Ecumenico Vaticano II arruolati da Steve Bannon?

Il punto è proprio questo: appropriazione (indebita) di una tradizione di pensiero e se poi le contraddizioni emergono è colpa di chi tradisce, primo tra tutti Papa Francesco. La storia è scritta dai professori di sinistra, l’egemonia culturale della sinistra va bilanciata con un’altra versione, proprio ad evitare il totalitarismo.

Così ci troviamo da una parte il monopolio tecnologico di due o tre magnati sulla chiave del mondo e dall’altra una battaglia condotta contro il totalitarismo delle sinistre, nelle quali, all’occorrenza, può essere annoverato anche certo cattolicesimo.

Soprendente.

Il mito del progresso è sostituito con la rilettura del passato, ma tutto questo passa dal monopolio sui grandi simboli del progresso: la comunicazione e i dati. Non dobbiamo neanche aver paura, non è la destra che avanza, ma soltanto un centro moderato che si ispira ai valori della libertà e del pluralismo.

Nel sito della DHI è espresso tutto chiaramente:

Il conduttore di SiriusXM Stephen K. Bannon ha ospitato Benjamin Harnwell del Dignitatis Humanae Institute al Breitbart News Daily di mercoledì.

Questo riconoscimento è la base della dichiarazione per cui possiamo vedere, di persona e su una base filosofica, un individuo. Ed è davvero l’unico baluardo contro il totalitarismo”, ha spiegato. “Perché ciò che affermiamo è che l’uomo possiede un’identità essenziale prima di entrare in una comunità, prima di partecipare all’ambiente sociale.”

Questa è la comprensione vitale che è stata attaccata nei campus universitari di tutta la nazione – anche nelle università cattoliche, “le istituzioni fondanti dell’Occidente giudeo-cristiano,” come ha sottolineato Bannon.

A sinistra non c’è alcun dubbio di essere nel giusto. Non penso sia solo un’analisi accademica che li porta a credere di avere ragione; è un senso di superiorità morale che alimenta la loro convinzione di essere nel giusto. E penso che sia questo senso di giustizia che alimenta la loro rabbia,” ha detto Harnwell, suggerendo che tale convinzione sia alimentata a sinistra sia dai media mainstream sia dagli ambienti accademici negli Stati Uniti e in Europa.

Harnwell ha osservato che la definizione di “Sinistra” e “Destra” stava cambiando a causa di questa crociata moralistica e della reazione ad essa:

Non vedo davvero una grande rinascita di ciò che i media chiamano l’‘estrema destra’. In realtà, vedo una rinascita del centro. E questo perché, dalla Seconda guerra mondiale, ogni generazione ha spostato il proprio asse a sinistra. Quindi ciò che oggi definiamo ‘estrema destra’ è in realtà semplicemente centro, centro-destra.”

Da questa prospettiva, Harnwell ha sostenuto che figure dell’opposizione politica come Marion Le Pen in Francia e i partiti alternativi in Germania sono etichettati come “estrema destra”, anche se “non c’è davvero nulla nei loro programmi che possa essere tradizionalmente associato all’estrema destra.”

Harnwell ha visto nel divario crescente tra le élite politiche di sinistra e gli elettori inclini al centro una delle ragioni per cui molti elettori stanno esplorando vie politiche precedentemente evitate a destra, con la pressione della migrazione musulmana che è diventata un fattore evidente negli ultimi anni. (http://www.dignitatishumanae.com/index.php/smartest-guy-in-rome/)

Abbiamo così visto i due aspetti particolari degli elementi fondanti il sostrato trumpiano: il monopolio tecnologico incarnato da Elon Musk con la dipendenza degli stati dalla infrastruttura di satelliti a bassa quota starlink e l’operazione di “pratica filosofica” che intende fornire una copertura ideologica ai temi identitari e di difesa suprematista di una tradizione giudaico-cristiana, riletta anche attraverso l’appropriazione di luoghi simbolo di questa stessa tradizione come Trisulti.

Per avere un quadro più completo sull’operazione culturale in essere restano altri due aspetti da approfondire: la riflessione sulla moneta e sui bitcoin (schizzati alle stelle, insieme alle azioni di Musk dopo la vittoria di Trump) e il transumanesimo.

Ma come ogni buona serie TV… si rimanda ad una prossima stagione.

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