Come impariamo a muoverci, come ci alleniamo
Sto lavorando a qualcosa di più complesso a commento delle teorie di Rob Gray, ma qui voglio dire cosa significa per me questo testo, Move.
Avrei dovuto leggere questo libro molti anni fa…le teorie bollivano in pentola, ma io non lo sapevo e ci sarebbe da riflettere sulla formazione e la comunicazione ai tecnici.
Altro che teoria dei paradigmi! Le Federazioni sportive sono un istituto di omologazione permanente, salvo cambiare idea ed insegnamenti ad ogni moda, senza neanche chiedere scusa per le idee di prima, ora considerate superate, quasi che fosse colpa tua che le hai seguite. Ma questa è un’altra storia.
Una tesi portante nella costruzione di Gray, un cognitivista applicato allo sport, è che le percezioni forniteci dall’ambiente offrono un invito all’ azione che l’atleta elabora e trasforma nel movimento giusto per lui.
Ogni pallina che ho colpito era diversa dall’ altra, sostiene Nadal.
La variabilità dello stimolo e l’adattabilità sono i capisaldi dell’allenamento.
Lo strumento del vincolo è il mezzo attraverso il quale viene suggerita la ricerca della soluzione, disturbata dal rumore che riconduce ad una situazione prossima alla prestazione.
Tutto questo si traduce in indicazioni preziose sulla figura del coach.
Qui, in poche righe è sintetizzato tutto quello in cui credo.
👉 Il coach non è un istruttore che prescrive una soluzione;
👉 Il coach accetta la complessità del sistema che ha davanti e mette da parte il “my way”, non c’è un movimento ottimale valido per ogni singolo atleta;
👉il coach può solo promuovere la ricerca perché ciascuno trovi la propria strada.
💫 Attenzione, mentre gente come Galloway (inventore dell’ Inner game), come molto più modestamente il sottoscritto e chissà quanti altri, hanno trovato questa strada su una mappa filosofica e pratico sportiva, Gray è uno scienziato che affronta il tema dal punto di vista cognitivo, avvalendosi di esperimenti e teorie scientifiche.
PS. Non voglio fare lo sborone, ma il testo in inglese è di facile lettura e per i passi più specifici, che rileggo quando mi servono un’ispirazione o un conforto, mi avvalgo del sistema di traduzione on line, il libro è disponibile su Amazon in formato elettronico, compreso nell’abbonamento Kindle Unlimited. Esiste anche un’ edizione italiana, Come impariamo a muoverci, ma costa di più e non rende l’efficacia dell’originale. Utile anche il libro, dello stesso autore, Come diventare un coach ecologico.

An effective coach should attempt to design practice environments that foster exploration and promote self-organization rather than prescribing a solution to an athlete. In doing this, they need to consider the foundation they are adding to (the intrinsic dynamics and attractors the performer already has) rather than ignoring their previous experiences and forcing the athlete to do things “my way”.
Coaches need to accept that in a complex system they cannot possibly know what the optimal movement solution for an individual athlete will be. They can only help them find it for themselves.
