Tutti parlano di controllo, pochi parlano di percezione. In palestra urliamo perché crediamo che l’errore sia una colpa. Ma se fosse invece la traccia più onesta di come un atleta sta leggendo il mondo? In questo articolo metto in discussione l’allenamento prescrittivo e propongo una svolta ecologica: smettere di correggere il gesto e iniziare a progettare ambienti che insegnano a vedere. Perché il vero problema non è sbagliare, ma non capire perché si sbaglia.
